giovedì 22 maggio 2008

Pulizie di primavera 3

La prima regola per avere la casa pulita è: NON SPORCARE!
Talmente banale e scontata che spesso viena dimenticata.

Allo stesso modo, la prima regola per vivere senza oggetti superflui è: non comprare!!!

Ogni giorno che passa mi accorgo di possedere qualcosa di superfluo, qualcosa che non è solo privo di utilità ma che mi complica la vita anzichè semplificarmela.
Sono tutte cose acquistate in preda al delirio consumistico, con la convinzione che siano indispensabili, ma poi occupano spazio, hanno bisogno di batterie, hanno bisogno di essere pulite, hanno bisogno di manutenzione, richiedono molte attenzioni e in cambio non mi danno nulla, anzi diventano zavorra.
Qualcuno ha detto: "Ciò che credi di possedere, alla fine ti possiede"
Lo so che sono noioso ma ho bisogno di ripetere (ripeterMI) queste riflessioni, per scongiurare ricadute e recidive.

Oggi però è stato un gran giorno! Oggi ho fatto "esercizio spirituale"!!
Due ore di shopping estremo in tre negozi diversi, in un crescendo frenetico: prima 40  minuti al "Decathlon", poi 40 minuti al "Media-World" e infine 40 minuti al "Castorama".
Ho visto cose meravigliose: palle da rugby e palle da golf, il binocolo, l'orologio sportivo a 10 Euri, la canoa gonfiabile, l'arco con le frecce, le manopole per la bici, la tenda che si monta da sola in due secondi, le ricetarsmittenti portata 10 Km, i DVD in promozione, il mouse wireless, il tappettino per il mouse, un telefono fatto a bocca
EC.TMA.HOTLIPS







e poi le viti, i cacciaviti, i ganci, le mensole, le frese, le lame al tungsteno, il martello demolitore, la saldatrice.......









Alla fine ce l'ho fatta!!! Sono uscito senza comperare nulla!!!!
Che cosa memorabile!!!!


Promette bene!!!









sabato 3 maggio 2008

Senza titolo 2

Nel paese nordico, dove tutti pagano le tasse con grande onestà
basta un messaggino per ottenere l'informazione dall'erario


Fisco, ma in Finlandia basta un sms
per sapere il reddito del vicino


dall'inviato EMILIO MARRESE



HELSINKI - Vuoi sapere quanto guadagna il tuo collega di lavoro o il tuo dirimpettaio? Basta mandare un sms e l'Agenzia delle entrate ti risponderà subito con la cifra denunciata sulla sua ultima dichiarazione dei redditi. Come se fosse l'orario dell'autobus: un servizio qualsiasi. Tranquilli, però: questo accade solo in Finlandia. Qui tutti possono sapere tutto di tutti. Neanche Visco poteva concepire un meccanismo così diabolico. Ma a Helsinki e dintorni il rischio di scoprire che il gioielliere sotto casa incassi meno di un metalmeccanico è prossimo allo zero: al fisco non si mente, da queste parti.

Il numero ficcanaso è gestito dalla compagnia di servizi telefonici Fonecta. Si invia al 16400 un sms con nome, cognome e città dell'indagato e, al costo di un euro e 90, arriva la risposta. Nel testo si deve inserire all'inizio anche la parola Vero, che in finnico significa tasse: la sincerità comincia dal vocabolario, nel Paese primo al mondo - secondo World democracy audit - per democrazia, diritti civili e politici, libertà di stampa e assenza di corruzione. Secondo un sondaggio del quotidiano Helsingin Sanomat, al 40 per cento dei finlandesi piace molto farsi gli affari economici altrui.

Nella patria della Nokia, con il cellulare si può pagare tutto via sms, incluso il gettone per la toilette in autostrada. Si può perfino conoscere la storia di un'auto che si vuole acquistare, dai passaggi di proprietà, ai bolli e alle revisioni mancate. Perfino gli eventuali sospesi con assicurazioni e vigili urbani.

L'uscita del giornale Veroporsi, che pubblica le entrate di tutti i contribuenti, è sempre attesa con grande impazienza dai finlandesi: così, per passare un sabato pomeriggio diverso rispetto alla solita telecronaca delle corse con l'automobile, cioè di culturisti che si caricano un'auto in braccio e fanno a chi arriva primo.

L'altra faccia di tutta questa esagerata trasparenza, però, è la delazione. Non è infrequente che, adocchiata la nuova lussuosa macchina del vicino di casa, l'impiccione di turno verifichi via sms quanto ha dichiarato al fisco e poi telefoni per segnalare l'incongruenza.

Hanno una strana idea di privacy, i finlandesi, popolo solitario e individualista per tradizione e Dna. Al punto che i corsi per non arrossire in pubblico sono frequentatissimi. Ad esempio, chi è interessato ad acquistare una baita - quella mokki che corrisponde alla dacia russa - negli annunci immobiliari troverà sempre indicata anche la distanza dal naapuri, il temuto vicino di casa: "50 metri, ma non si vede", "200 metri, ma viene di rado" "100 metri, ma dorme sempre". I soggiorni delle case hanno ampie vetrate, ma guai, anche se siete amici, sbirciare dentro e fare ciao ciao con la manina alla famiglia che sta mangiando in bella vista: è considerato un grave atto di maleducazione. Nei condomini la regola è non salutarsi per le scale, salvo poi ritrovarsi ignudi il sabato nella sauna comune e, sotto la doccia, sentirsi chiedere da quello del piano di sopra se puoi gentilmente insaponargli la schiena. Ricambierà il favore: è normale, ma l'intimità del gesto non sarà sufficiente per scambiarsi un buongiorno la volta seguente in ascensore. Checché si pensi degli scandinavi, i finlandesi sono invece assai pudici e riservati.

L'evasione fiscale da queste parti ha percentuali ininfluenti: altro che Italia, dove il sommerso calcolato intorno ai 160 miliardi di euro praticamente corrisponde al Pil di tutta la Finlandia. La pressione fiscale, invece, è leggermente superiore alla nostra: 43,3 contro 42,3 per cento. Ma tra il leggendario sistema welfare finnico e il nostro c'è il noto abisso. Servizi sociali, sanità, trasporti, scuola: un paradiso. Basti dire che qui una casa c'è per tutti e il sussidio per i disoccupati arriva a coprire il 72 per cento dell'ultimo salario contro il 7 per cento italiano.

Gli studenti non pagano rette universitarie mentre nella scuola dell'obbligo libri, materiali, mensa e trasporti (oltre i cinque chilometri) sono gratuiti. Ogni finlandese possiede dalla nascita un codice sociale assegnatogli dal Maistraatti, il registro della popolazione, al quale corrisponde tutta la propria biografia: qualsiasi impiegato statale può, attraverso quel codice, visualizzare vita morte e miracoli di ciascuno, compreso il grado di istruzione, quanto ha speso l'ultima volta dal dentista e se deve ancora pagare una rata della lavastoviglie. Un incubo orwelliano.

La dichiarazione dei redditi serve anche a pagare le multe rimediate al volante: sono calcolate in proporzione al reddito. Fu grazie a questo sistema, mica tanto sbagliato, che quattro anni fa il giovane rampollo di una famiglia di industriali, tal Jussi Salonoja, che aveva un imponibile di sette milioni, si beccò una contravvenzione record di 170 mila euro per aver superato di 40 chilometri orari il divieto di velocità in centro.

Così non è strano che, quando la polizia stradale ti ferma, la prima cosa che ti chiede, con libretto e patente, è quanto guadagni. "Mi capitò in questa circostanza di dire una certa cifra" racconta Nicola Rainò, direttore della Rondine, periodico in italiano. "Il poliziotto controllò con il suo telefonino e mi corresse: l'anno precedente avevo guadagnato meno e la multa me l'avrebbe fatta in rapporto a quello che risultava a lui. Per fortuna".

(dal Venerdì del 29 febbraio 2008)

Su un articolo così si potrebbe parlare per giorni.......